La disgrafia e la disortografia sono due disturbi nettamente distinti tra di loro, anche se spesso vengono confusi e le due parole vengono utilizzate come sinonimi, generando quindi confusione soprattutto nei genitori dei bambini interessati. E’ il caso quindi di fare un po’ di chiarezza.
Sia la disgrafia che la disortografia sono disturbi specifici di apprendimento (DSA) ed entrambi hanno a che fare con la scrittura, ma con aspetti completamente diversi:
Parliamo di disortografia quando ad essere coinvolto è l’aspetto ortografico della scrittura, cioè quando negli scritti del ragazzo ci sono errori ortografici.
Parliamo invece di disgrafia quando ad essere coinvolto è il grafismo cioè l’aspetto grafico della scrittura, ossia quando la grafia è poco fluida, quasi illeggibile e si fa fatica a distinguere le lettere che compongono la parola.
Quindi, la disortografia è un disturbo che riguarda l’ortografia, negli scritti ci saranno errori ortografici come lo scorretto utilizzo delle doppie, degli accenti, dei gruppi consonantici difficili come “sc” o “gl””, ed errori grammaticali, come il mancato utilizzo della lettera H nel verbo avere e così via.
La disgrafia è un disturbo di natura motoria, che interessa soprattutto la motricità fine. Ciò si traduce in una grafia quasi illeggibile che il ragazzo stesso fa fatica a decifrare: le lettere o i numeri sono scritti male al punto tale per cui risulta estremamente difficile o addirittura impossibile identificarli; inoltre c’è spesso lentezza nello scrivere e la pressione sul foglio è troppo forte.
I due disturbi possono essere presenti contemporaneamente così come può invece essere presente solo uno dei due.
Come possiamo facilmente immaginare i due disturbi comportano due approcci diversi in quanto necessitano di interventi specialistici diversi, anche le strategie di supporto all’apprendimento saranno parzialmente diverse.
Ma, è facile comprendere che nel percorso scolastico di un alunno, sia la disgrafia che la disortografia influiscano negativamente dal punto di vista emotivo perché, superati i primi anni della scuola primaria, fare ancora errori ortografici può essere frustrante tanto quanto non saper scrivere ancora con una grafia leggibile in corsivo!
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