Il DSM V (riassunti) definisce il disturbo oppositivo - provocatorio in questo modo: Umore collerico/irritabile, comportamento polemico/provocatorio o vendicativo, da almeno 6 mesi, e manifestato durante l'interazione con almeno un individuo diverso da un fratello.
Il disturbo oppositivo - provocatorio è una patologia neuropsichiatrica dell’età evolutiva.
I bambini che soffrono di questo tipo di disturbo sono aggressivi in modo invalidante e difficilmente modificabile, sono arrabbiati, risentiti, insofferenti; non accettano l’autorità dell’adulto e vi si ribellano apertamente. Amano sfidare e provocare gli altri.
I bambini con questa patologia non sono consapevoli di avere un disturbo, ma giudicano le proprie azioni come normali risposte ad un ambiente irritante e frustrante.
I fattori di rischio che favoriscono l’insorgenza del DOP possono essere:
Ricevere un’educazione particolarmente severa o inconsistente, vivere una condizione di instabilità familiare, essere abusato o trascurato, avere genitori con una storia di disturbi del comportamento, vivere cambiamenti stressanti.
Inoltre, una ipotetica depressione della madre porta a trascurare il proprio figlio, causando in lui emozioni negative e, se ci sono problematiche di tipo socio-economico si creano delle dinamiche che condizionano lo sviluppo comportamentale del bambino. In più, l’aggressività di uno dei genitori, che picchia il figlio o un altro componente della famiglia, genera probabili comportamenti di imitazione da parte del bambino.
Alla base del disturbo oppositivo provocatorio possono esserci dei fattori di tipo biologico. Sembra che ci siano delle disfunzioni nel sistema di inibizione e in quello di attivazione del comportamento. Di conseguenza il bambino non riconosce le conseguenze negative dei suoi comportamenti e non riesce a controllare le proprie azioni. Risulta compromessa anche la percezione del pericolo.
E’ ipotizzata anche una carenza di cortisolo, l’ormone dello stress.
Anche il temperamento ha una grande importanza nella manifestazione di questo disturbo. È stato dimostrato che esiste una correlazione tra l’indole dei bambini e quella dei genitori: il carattere del bambino, la sua innata curiosità, si scontra con la rigidità del genitore e favorisce l’insorgere del disturbo.
Il problema del bambino oppositivo - provocatorio di solito emerge in tutta la sua irruenza con l’ingresso a scuola, dove si manifesta un vero e proprio disadattamento. Il bambino infatti non si conforma alle regole scolastiche e finisce con il condizionare l’intera classe; innervosisce i suoi compagni, è polemico e fa apposta tutto ciò che gli si chiede di non fare, quindi i rapporti con i compagni sono difficili, anche perché il bambino non è in grado di lavorare in gruppo e di avere normali attività ricreative, finendo spesso con l’essere allontanato dal gruppo dei pari perché gli altri si stancano della sua aggressività e dei suoi comportamenti.
Ne consegue che il bambino sperimenti un abbassamento dell’autostima, perché ha un’immagine di sé svalutante, si considera incapace e indegno dell’amore altrui. È possibile attuare delle strategie di intervento per il disturbo oppositivo provocatorio che aiutino il bambino a controllare le sue reazioni e indirizzare la rabbia nel modo giusto. Famiglia, insegnanti e personale specializzato devono collaborare per ottenere dei risultati soddisfacenti. A livello psicologico, è bene che il bambino capisca di non essere un caso irrecuperabile. Infatti, molti di questi bambini hanno la sensazione di non essere ben voluti dagli altri per il loro carattere dispettoso e aggressivo. E si rinchiudono in sé stessi evitando i tentativi di avvicinamento o di affetto da parte degli adulti e dei coetanei perché pensano di non essere all’altezza delle aspettative.
La scrittura che vi presento è di un bambino di 7 anni, che frequenta la seconda classe della scuola primaria, al quale è stato diagnosticato un disturbo oppositivo - provocatorio.
E’ una scrittura molto grande, che occupa quasi tutto lo spazio a disposizione, segno della voglia di mettersi al centro dell’attenzione e ad espandersi nell’ambiente, e del soggettivismo del bambino.
Le iniziali delle lettere sono lunghe e rigide e stanno a testimoniare lo spirito di contraddizione, il gusto per la discussione che permea la personalità
Alcune finali di lettera sono regressive e stanno ad indicare possessività, diffidenza, fantasia e spavalderia.
Altre finali di lettera diventano una sorta di “mazza” e stanno a testimoniare l’aggressività di questo bambino.
La disuguaglianza in dimensione ci rivela la presenza di insicurezza.
