Il disturbo della coordinazione motoria, detto anche disprassia, è un disturbo che consiste in un sviluppo insufficiente della coordinazione motoria, senza coinvolgere condizioni neurologiche , né tantomeno lo sviluppo cognitivo.

Si tratta di una evidente compromissione dello sviluppo della coordinazione motoria, ossia la capacità di eseguire movimenti semplici e complessi.
Si stima che circa il 5-6% della popolazione infantile tra i 5 e gli 11 anni sia affetta da tale disturbo, che se non trattato può persistere nel tempo, anche se talvolta la mancanza di consapevolezza porta a pensare che si tratti solamente di bambini “impacciati e goffi”.
La disprassia, in realtà, influisce negativamente sullo sviluppo globale del bambino e si ripercuote sugli apprendimenti scolastici, sulle autonomie personali e impatta anche nelle relazioni interpersonali e sociali.
Il bambino con disturbo della coordinazione motoria è : goffo e impacciato, scoordinato, lento nei movimenti, poco abili nello sport, poco autonomi ( non sanno allacciarsi le scarpe, vestirsi e altro); hanno scarsi risultati a scuola, soprattutto nella scrittura e nelle abilità logico-matematiche.
Tutto ciò porta a delle conseguenze a livello psicologico, infatti la loro incapacità di svolgere attività che ad altri riescono facilmente; fa sviluppare in loro un forte senso di inadeguatezza e di ansia, che li potrebbe portare, inoltre, ad essere vittime di bullismo o alla depressione.
Le cause della disprassia ancora non sono chiare, ciò che si sa è che non sembra associata a particolari lesioni cerebrali, e l'ipotesi è che sia dovuta a un'immaturità di alcuni circuiti nervosi del cervello. Ma il rischio di disprassia sembra più elevato in bambini che siano nati prematuramente (prima delle 37 settimane), che hanno un peso molto basso alla nascita, nati da mamme che hanno assunto alcol o droghe durante la gravidanza e che hanno una storia familiare di disturbi della coordinazione motoria.
Il trattamento del disturbo della coordinazione motoria deve essere seguito dal terapista della neuro psicomotricità dell’età evolutiva, il quale baserà principalmente la terapia su giochi e movimenti che sviluppano o migliorano le capacità motorie.
I giochi sono di tipo sensoriale, tattile e con forte componente emotiva.
Il bambino con disprassia è solitamente anche disgrafico.